Convegno internazionale “Paulo Freire e la pedagogia dell’inclusione nell’era della complessità”

Anno scolastico 2023/2024

Convegno internazionale di studi

Presentazione

Data

30 Gennaio 2024

Descrizione del progetto

Paulo Freire (1921-1997), noto soprattutto per la sua “Pedagogia degli oppressi” e per il suo metodo innovativo di alfabetizzazione, ha messo in risalto, durante la sua lunga attività, il ruolo dell’educazione come momento di trasformazione sociale e di emancipazione. Quest’ultima resa possibile attraverso uno scambio dialogico tra insegnanti e studenti, in cui entrambi partecipino alla creazione di significati per mezzo di processi di riflessione sulla realtà e il contesto delle comunità di appartenenza.

Secondo l’impostazione pedagogica di Freire, il processo educativo deve poter interessare tutti i soggetti a vario titolo convolti nell’insegnamento/apprendimento, che viene concepito piuttosto che come mera acquisizione di conoscenze e/o competenze, come occasione per conoscere e affrontare la realtà nella sua complessità, attraverso la ricerca di soluzioni a situazioni problematiche, attivando un metodo critico che scaturisca nel cosiddetto processo di “coscientizzazione” (conscientizão).

La sua riflessione pedagogica, particolarmente adatta al sistema di istruzione degli adulti pone, inoltre, l’enfasi su metodologie di insegnamento, strategie educative, personalizzazione dei percorsi, negoziazione dei processi di problematizzazione (problem posing e problem solving), con un occhio ai singoli attori (docente, discente, comunità, agenzie educative e istituzioni del territorio) e all’interazione tra loro.

Questo processo sfocia nel superamento delle discipline, per fare spazio alla pluridisciplinarità e alla multidimensionalità dei saperi, che sembra trovare un interessante analogo nella riflessione e nel progetto di riforma della scuola e del pensiero teorizzato da Edgar Morin ne “La testa ben fatta”, versione tascabile del suo monumentale “Metodo”. Viene in tal modo superato il concetto “bancario” di educazione (inteso alla maniera di conoscenze da accumulare), a favore di un’educazione all’insegna dell’inclusione del cittadino nella vita democratica e della comunità di appartenenza che, nell’era planetaria, potrebbe incarnare il concetto di “Terra-Patria” e “comunità di destino” elaborati da Morin, come sintesi della natura biologica e storico-sociale del vivente. Istanze presenti, in nuce, nei curricula dei CPIA, la cui articolazione per temi e problemi rispondenti alla concretezza della vita degli adulti e degli stranieri (sia adulti che minori), sembra racchiudere anche una dimensione trans-disciplinare che potrebbe essere declinata all’insegna del paradigma della complessità.

Nella “Pedagogia dell’autonomia” Freire afferma, infatti, che “non c’è insegnamento senza apprendimento” e che quest’ultimo riguarda anche la vita nella sua interezza: il vissuto, la partecipazione sociale, civile e democratica dei soggetti.  In tal senso il curricolo degli studi si inserisce, per Freire, in una cornice di complessità che mira a fornire risposte concrete ai bisogni e alle aspirazioni di ciascuno individuo attraverso l’ascolto, la valorizzazione della soggettività e la ricerca di temi significativi.

L’obiettivo che questo convegno internazionale di studi si pone  – con la partecipazione, tra gli altri,  di pedagogisti e filosofi da Università italiane e straniere, del DICAM (Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne) e del Centro Studi di Filosofia della complessità “Edgar Morin” dell’Università degli Studi di Messina -,  è quello di aprire uno spazio ibrido di riflessione, tra pedagogia e filosofia, che, muovendo dalle acquisizioni dell’attività di Freire possa giungere al metodo, agli obiettivi e alle strategie teorizzate dal più importante teorico vivente del “pensiero complesso”, Edgar Morin, inaugurando uno spazio di fertile confronto e dialogo.

Obiettivi

L’obiettivo che questo convegno internazionale di studi si pone  è quello di aprire uno spazio ibrido di riflessione, tra pedagogia e filosofia, che, muovendo dalle acquisizioni dell’attività di Freire possa giungere al metodo, agli obiettivi e alle strategie teorizzate dal più importante teorico vivente del “pensiero complesso”, Edgar Morin, inaugurando uno spazio di fertile confronto e dialogo.

Partecipanti

Destinatari: personale docente di CPIA, sia di I che di II livello

Relatori: pedagogisti e filosofi da Università italiane e straniere, del DICAM (Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne) e del Centro Studi di Filosofia della complessità “Edgar Morin” dell’Università degli Studi di Messina

In collaborazione con

Con Università, Enti Locali, Centro studi, Osservatorio regionale sui processi migratori